L’infertilità di coppia è una condizione sempre più diffusa che coinvolge almeno una coppia su cinque nei paesi occidentali. Quando il concepimento non avviene dopo 12 mesi di rapporti mirati e non protetti, si parla di infertilità. Ma dietro questo dato freddo si nascondono sofferenze, attese, speranze e spesso un senso di impotenza.
Come nutrizionista funzionale, affronto questa tematica con uno sguardo integrato: ogni corpo è un ecosistema, e la fertilità è la risultante di un equilibrio complesso tra nutrizione, ormoni, infiammazione, ambiente, microbiota e stile di vita. La buona notizia? Molti fattori su cui possiamo agire si trovano proprio nella nostra quotidianità.
Cos’è davvero l’infertilità di coppia?
L’infertilità non è solo una questione femminile: riguarda entrambe le componenti della coppia. Si stima che:
nel 30% dei casi la causa sia femminile,
nel 30% maschile,
nel 20% mista,
e nel restante 20% non identificata (infertilità idiopatica).
Questo significa che l’approccio deve essere congiunto e personalizzato, tenendo conto delle specificità di entrambi i partner.
Il ruolo della nutrizione nella fertilità
Una corretta alimentazione non è solo “importante”: è fondamentale per sostenere l’equilibrio ormonale, la qualità degli ovociti e degli spermatozoi, la funzione tiroidea, la regolazione del ciclo mestruale, l’impianto embrionale e la salute dell’endometrio.
Alcuni aspetti chiave da considerare:
Glicemia e insulino-resistenza: fondamentali soprattutto nelle donne con PCOS (sindrome dell’ovaio policistico).
Infiammazione cronica di basso grado: spesso silente, ma capace di ostacolare l’ovulazione, la spermatogenesi e l’impianto.
Disbiosi intestinale e vaginale: l’equilibrio del microbiota è cruciale per la fertilità, il sistema immunitario e la corretta risposta agli ormoni.
Carico tossico ambientale: interferenti endocrini (come ftalati, BPA, metalli pesanti) possono alterare la produzione ormonale e la qualità gametica.
Carenze nutrizionali: zinco, selenio, ferro, vitamina D, vitamine del gruppo B, omega-3… sono tutti cofattori vitali per la fertilità.
Un approccio funzionale: oltre il sintomo, alla radice del problema
Nel mio approccio funzionale, analizzo lo stato nutrizionale, ormonale, metabolico e infiammatorio attraverso un percorso individuale, che può includere:
anamnesi approfondita,
analisi di laboratorio mirate (biochimiche, ormonali, nutrizionali, microbiologiche),
valutazione degli stili di vita (alimentazione, stress, sonno, attività fisica),
strategie nutrizionali e integrative su misura.
L’obiettivo è ripristinare l’equilibrio dell’organismo, ridurre i fattori di rischio e aumentare le probabilità di concepimento naturale o di successo nei percorsi di PMA (procreazione medicalmente assistita).
Fertilità è salute
Sostenere la fertilità non significa solo “fare un figlio”. Significa ottimizzare la salute a 360 gradi: quella del sistema endocrino, immunitario, digestivo, epatico, e quella emotiva.
La fertilità è un indicatore prezioso dello stato di salute generale. E proprio per questo può (e deve) essere sostenuta attraverso un percorso consapevole, individuale e integrato.